PESCARA – Il presidente emerito della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha chiesto di essere interrogato questo pomeriggio per chiarire la sua posizione sui tetti di spesa per le cliniche private per l’anno 2010, nell’ambito dell’inchiesta che lo vede coinvolto come commisario ad acta per Il piano di rientro del settore Sanità, insieme a Giovanna Baraldi come sub commissario, all’ex assessore alla Sanità, Lanfranco Venturoni e a due tecnici di una agenzia esterna che si occupava di sanità per conto della Regione Abruzzo.
Sentito per oltre tre ore dai pm Bellelli e Di Florio. L’ex governatore, arrivato alle 15 a Palazzo di Giustizia, é stato ascoltato per oltre tre ore e un quarto dai due pm Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio. «Ho parlato tanto – ha spiegato all’uscita dal Tribunale – perché ho voluto raccontare quattro anni di Sanità nella nostra Regione. Sono fiero ed orgoglioso di aver fatto quello che ho fatto per l’Abruzzo che oggi non è più una ‘Regione canaglia’. Abbiamo dovuto fare i conti – ha detto l’ex Governatore – con le lobby della sanità che in Abruzzo sono forti, possenti e antiche, ma oggi abbiamo dei contratti e una situazione completamente diversa da quella che c’era quando sono diventato presidente. Su questo avrò perso anche le elezioni, ma credo di aver operato per il bene degli abruzzesi».
«I magistrati avevano solo le sentenze del Tar». «Ho visto – ha aggiunto ricordando quanto riferito – che negli atti del procedimento non c’erano elementi importanti per la quantificazione dei crediti, ma c’erano le sentenze del Tar favorevoli alle cliniche private, e quella delle delibere relativa alle tariffe della Giunta 2007 che il Tar aveva annullato e c’erano anche le sentenze del Tar che aveva annullato il budget del 2008, ma mancava il Consiglio di Stato che aveva annullato le sentenze. Mancava l’esito delle vicende e questo un pò mi ha sorpreso, ma ho prodotto anche gli atti che, a seguito delle sentenze del Consiglio sono stati necessari per le Asl per recuperare somme di denaro. Sulla questione dei tetti di spesa mi sembra che la questione sua stata chiarita. Si trattava di metodologie presentate dall’Agenzia Sanitaria, e alla fine su sette presentate, una sola é stata approvata dall’advisor del Ministero e applicata».
«Ho ricostruito tutto». Chiodi ha poi detto anche "che il Consiglio di Stato del 2013 ha definito gli atti del Commissario come degli atti extra ordinem e i provvedimenti sono atti indifferibili in situazioni difficili e che non soggiaciono alle regole del contraddittorio". "Ho ricostruito tutto – ha sostenuto – e in Abruzzo per la prima volta dal 2010 c’erano dei contratti che non c’erano fino al 2009 e questo significava che non c’erano tetti di spesa, ma che non ci fossero regole condivise sui controlli. Questo poi dal 2010 non é più accaduto. Io non ho violentato nessuno, ma solo informato di quelle che sarebbero state per legge le conseguenze in caso di mancata firma dei
contratti. E la procedura di disaccreditamento per una legge del 2008 che diceva che le cliniche private per operare devono avere accreditamento e contratto con le pubbliche amministrazioni e senza una delle due, bisogna procedere con il disaccreditamento perché non era possibile che una pubblica amministrazione erogasse milioni di euro a fornitori privati senza contratto. Noi al Consiglio di Stato abbiamo sempre vinto. Avere avuto
cautela nel pagare – ha concluso – é stato utile per i cittadini abruzzesi e oggi i numeri ci danno ragione".